Il divieto di fotografare nei musei è comunemente accettato come il non poter fumare al cinema o in un ristorante, o almeno si spera.
Utilizzare il proprio smartphone per immortalare un Klimt al Wien Museum Karlsplatz e portarsi così un ricordo indelebile di quella giornata a casa, o inquadrare la nostra compagna/o accanto ad un Modigliani in mostra al GAM di Torino, è considerato quanto meno fuori luogo in presenza di divieti.
Eppure SMartArt è stata l’app vincitrice del “Make Culture” nella categoria @diverstiy della Competizione Europea, che promuove il coinvolgimento emotivo e l’apprendimento informale nei musei. Il progetto è stato presentato anche dal MICC al forum della Cultura Europea 2013 di Bruxelles.
SMartArt è una applicazione per smartphone che promette di completare con informazioni interattive le opere d’arte nei musei e nelle gallerie, semplicemente scattando una foto dell’opera d’arte. Addio divieti?
Non è proprio così. Alla base l’app offre un servizio ai musei, uno strumento online con cui creare delle icone per ogni opera presente nella mostra (una miniatura riconoscibile dal sistema) per poi collegarla ai contenuti interattivi più disparati.
I codici astratti o i Qr Code che dir si voglia, risultano completamente obsoleti e vengono superati. Una copia dell’opera originale diventa codice dell’opera stessa nel sistema.
L’interazione non finisce qui. L’utente utilizzando l’app tiene traccia (e lascia tracce) del suo percorso che viene salvato per intero nell’app, rendendo i contenuti consultabili anche offline e in un secondo momento (da casa, o una settimana dopo) e condivisibili in parte o in toto nei maggiori social network.
Il sistema corre su due binari paralleli:
Il sistema di creazione delle icone
1 – The ICON MAKER – Make & Manage Data
E’ il cuore dell’app, il servizio a disposizione dei musei in cui creare le icone per l’app. In parole povere il sistema “embedda” un codice univoco all’immagine dell’ opera d’arte collegando ad essa tutte le informazioni interattive e i contenuti che il museo reputa necessari come video, link utili, descrizioni.
2 – The ICON READER – Discover Info & Share Experience
L’utilizzo dell’app
E’ l’applicazione installata nello smartphone e che è capace tramite la fotocamera di riconoscere il codice nascosto associato precedentemente dal sistema all’ opera. Così da permettere al visitatore di usufruire dei contenuti durante e dopo la visita.
Il risultato promesso alla fine della visita è quello di un racconto, una storia fatte di icone e quadri che l’utente ha scelto di vedere e approfondire in quel museo, identificandosi in quel percorso e condividendolo nella sua community di amici e appassionati d’arte.
A quanto pare stiamo parlando di una start up, non ci risulta un utilizzo effettivo in alcun museo fino ad ora. Ma la presentazione dell’app ai maggiori convegni di Information Technology d’Europa (Museum Heritage Show di Londra, Technology for all di Roma, Museum and Web di Firenze per citarne alcuni) fa ben sperare nella forza del progetto che è tutto italiano. Il Concept è di Paolo Mazzanti, mentre il design e la progettazione di Roberto Caldelli. Alberto del Bimbo, direttore del MICC di Firenze, ha patrocinato l’idea.
Personalmente sarei curioso di sapere se l’app funzioni anche fotografando direttamente l’opera, immaginando un futuro in cui un museo superi in piena sicurezza per i dipinti, il divieto d’uso delle fotocamere, anzi incoraggiandone l’utilizzo per scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulle sue opere.
Sarebbe un futuro da contrappasso dantesco, magari mentre si è in contemplazione davanti alla “Notte stellata” di Van Gogh alla Galleria di Arte Moderna di New York, essere avvicinati dall’inserviente del museo che con un cenno di disapprovo indica il cartello: “Strictly forbidden to not use the camera”.
Potete dare un feedback al progetto tramite questo questionario
Comments