No, non stiamo suggerendo che i musei debbano tornare alla macchina da scrivere, o rifiutarsi di essere un luogo di sperimentazione tecnologica (noi stessi come InvisibleStudio ne abbiamo condotte parecchie, l’ultima delle quali è il chatbot delle Case Museo di Milano).
Stiamo suggerendo che i musei, prima di adottare una tecnologia per il grande pubblico, debbano sottoporla a un piccolo test, formato dalle 5 lettere RETRO (scusate, funziona meglio in inglese*).
La tecnologia digitale infatti dovrebbe essere:
RELIABLE, affidabile, non deve essere di difficile manutenzione o delicata, altrimenti si ottengono monitor blu o spenti, come avviene sempre più spesso.
EASY, facile da capire e utilizzare, sia per i visitatori che per lo staff
THOUGHT-PROVOKING, intellettualmente stimolante, per non puntare solo all’effetto WOW! o alla spettacolarità pura.
REPAIRABLE, facile da riparare e aggiornare senza interventi lunghi e costosi.
OUTSTANDING, eccezionale, perché questo dovrebbe essere il nostro costante obbiettivo: il massimo livello di qualità possibile. E per la qualità serve tempo, per la progettazione, la realizzazione, il testing, la correzione fino al raggiungimento della massima qualità, quella a cui dovremmo aspirare per sfidare il tempo. E sfidare il tempo, per i musei, è un’aspirazione naturale.
*Puoi trovare il RETRO MANIFESTO in inglese sul sito di InvisibleStudio
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