Un report di Giulia Lasen dopo la visita alla mostra impossibile su Caravaggio.
Caravaggio, una mostra impossibile tra pittura e teatro Le tecnologie digitali hanno aperto nuove opportunità al pubblico di appassionati di arte. In particolare la possibilita’ di stampare immagini in alta definizione promette allo spettatore un’esperienza visiva arricchita di dettagli e colori tali da rendere la copia sempre più vicina all’originale che l’ha ispirata. Un’ottima qualità del risultato finale si accompagna inoltre ad una pressoché infinita riproducibilità a costi bassissimi.
Sembrano queste essere infatti le ragioni che hanno ispirato Renato Parascandolo nel dare vita al concetto di ‘mostra impossibile’ intesa come raccolta in uno stesso luogo di tutta l’opera di un artista. L’artista scelto per lanciare il progetto è Caravaggio la cui opera omnia, riprodotta in alta definizione su tele a grandezza naturale, è stata esposta al Palazzo della Ragione di Milano fino al 13 Marzo 2011.
Trovandomi in città non potevo resistere all’idea di ammirare tanti Caravaggio tutti insieme, un po’ come quando si sfoglia una monografia dedicata all’artista.
Un allestimento inusuale richiede però anche una modalità di visita inusuale. L’ingresso è consentito ad un massimo di circa 30 persone per volta. Giunta a Palazzo della Ragione mi sono quindi messa in coda per il mio turno. La mostra può inoltre essere visitata solo se accompagnati da una guida d’eccellenza: Caravaggio in persona. Tre giovani attori in costume d’epoca impersonano il maestro in diversi periodi della sua vita, gli esordi, la maturità e i mesi precedenti la prematura scomparsa.
I visitatori seguono diligentemente un percorso che si snoda attraverso le diverse zone della mostra, guidati dal ‘maestro’. E’ Caravaggio stesso ad intrattenere il pubblico con un monologo che ripercorre le tappe della sua biografia e le opere più importanti.
Come è facile immaginare la magia della finzione teatrale e l’abilità di rendere vivo il personaggio dipendono dalle doti interpretative degli attori, e quando l’attore non e’ molto bravo l’effetto non e’ positivo. Trattandosi poi di tre ‘diversi’ Caravaggio a stretto confronto era inevitabile elaborare una propria classifica mentale del miglior attore.
Si è sicuramente trattato di una visita innovativa nello stile, un’interessante commistione di generi: una performance teatrale di 50 minuti all’interno di una mostra di pittura. Quello che è mancato a mio avviso è stata la possibilità di apprezzare autonomamente le opere, soffermandosi su quelle che più interessano e cogliendo i tratti salienti dello stile del maestro e il pathos espresso attraverso la tecnica del chiaroscuro. Il percorso di visita è infatti pensato in funzione della rappresentazione teatrale così come la scelta delle opere presentate. Per di più a conclusione della visita il pubblico è accompagnato direttamente all’uscita.
Come visitatrice mi sono sentita privata della possibilità di passeggiare per la mostra scegliendone i tempi e le modalità, anche se questo finisce con l’essere un compromesso inevitabile in ogni tipo di visita guidata. Tuttavia, questa mostra dovrebbe caratterizzarsi proprio per la possibilità offerta al visitatore di ammirare la totalità delle opere di Caravaggio, opportunità che è appunto mancata.
Per quanto riguarda gli aspetti più propriamente tecnico – organizzativi, è da notare il fatto che il gruppo fosse piuttosto numeroso e questo non mi ha permesso di avvicinarmi alle opere come avrei invece voluto. I tre attori recitano poi in contemporanea in varie aree della mostra e le loro voci finiscono con l’interferire le une con le altre diventando elemento di distrazione per i visitatori.
Nel complesso il giudizio del pubblico risultava tuttavia essere più che positivo. La ‘mostra impossibile’ è stata presentata per la prima volta nel 2003 a Napoli e da allora ha raggiunto varie città in Italia e all’estero. La stessa tappa milanese era previsto si concludesse a metà Febbraio ma il successo di pubblico ne ha decretato il prolungamento fino al 13 marzo 2011.
Posso confermare che la visita alla mostra è stata un’esperienza sicuramente piacevole anche se mi sento di aggiungere che il ‘tempo del teatro’ non coincide con il ‘tempo di chi ammira un quadro’. Quando assistiamo ad una rappresentazione teatrale i tempi sono già stati decisi, non spetta a noi spettatori scegliere l’inizio, la durata e la fine. L’opera d’arte ci offre invece la libertà di soffermarci il tempo che riteniamo più adeguato a trarne un piacere estetico.
A Milano dal 10 novembre 2010 al 13 marzo 2011
Comments